Fino ad ora per organizzare e condividere le mie foto avevo usato Carousel di Dropbox. Da oggi si cambia. Ho deciso: passo a Google Foto. Ti spiego perché e come funziona Google Foto.
Google Foto è stata protagonista al Google I/O 2015, un evento dove vengono presentate le ultime novità dell’azienda agli sviluppatori di app e ai fan della marca, ad esempio le prossime versioni del sistema operativo Android, nuove app e prodotti come smartphone e wearables.
Da quel momento Google Foto, che inizialmente faceva parte delle funzioni del social network Google+, è un’app completamente indipendente disponibile per Android, iOS e sul web. Sono bastate poche ore d’uso per farla diventare la mia app preferita per organizzare le foto e tenerne una copia di sicurezza online. Dal Google I/O 2017, Google Foto diventa ancora più intelligente e proattivo, acquisendo nuove funzioni di condivisione.
Forse come me avevi ignorato Google Foto fino ad oggi, preferendole altre app di organizzazione ed editing fotografico: sicuramente non era facile capire come funzionava e il fatto che fosse integrata con il social network di Google non invogliava molto ad affidarle tutta la tua preziosa collezione fotografica. Ma con questo aggiornamento cambia tutto e sarebbe veramente un peccato continuare a ignorarla. Ti do 6 motivi per usarlo da subito. E non sono cose da poco.
1. Fa un backup online illimitato e gratuito di tutte le foto sul tuo cellulare
La prima ragione è che il backup automatico delle foto ad alta qualità su Google Foto è illimitato e gratuito: nessun problema di spazio che si esaurisce, potrai stare tranquilla che in caso di perdita o guasto del tuo cellulare, avrai sempre accesso ai tuoi ricordi accedendo a Google Foto sul web con le tue credenziali Google (le foto sono private, non vengono più condivise su Google+).
Però tieni in considerazione che foto ad alta qualità non significa necessariamente con le dimensioni originali: le foto vengono ridotte a una dimensione di 16 megapixel e i video a 1080p. Nel mio caso concreto ho avuto fortuna poiché le scatto a poco meno di 16 megapixel, quindi mi ritrovo un backup delle foto con la qualità originale.
Con una mossa così programmi alternativi di backup online come Dropbox e Onedrive che offrono pochi GB di spazio gratis possono mettersi da parte…
Se vuoi modificare le impostazioni di backup e scegliere se continuare a farlo a dimensioni originali o ad alta qualità, apri Google Foto e vai su Impostazioni/Backup e sincronizzazione/Dimensioni caricamento.
Piccola nota, importante da sapere per evitare possibili guai: se elimini una foto da Google Foto, la elimini anche dal rullino sul cellulare! Comunque le foto eliminate vanno nel cestino dove restano per 60 giorni, quindi puoi ripristinarle.
Come fare a sapere a quanti megapixel scatto le mie foto?
È più facile di quello che sembra: apri una foto nella Galleria del tuo smartphone e clicca su Altre Info, vedrai le informazioni sulla risoluzione in pixel.
Moltiplica larghezza per altezza e otterrai la risposta. Per esempio, io scatto foto con una risoluzione di 5312×2988 pixel: moltiplicando i due fattori tra loro ottengo 15.872.256 pixel, ovvero 15,8 megapixel. Perfetto! 😉
2. Puoi scegliere di quali cartelle fare il backup
Mentre la procedura per impedire che si faccia il backup di alcune cartelle di immagini su Dropbox è alquanto macchinosa, su Google Foto è facilissimo.
Mettiamo per esempio che tu voglia avere una copia di sicurezza delle foto che ti vengono inviate su WhatsApp e che invece non ti interessino gli screenshot. Ti basta aprire Google Foto, fare tap su Cartelle dispositivo e assicurarti che appaia la nuvoletta azzurra accanto al nome della cartella di cui vuoi fare il backup e la nuvoletta grigia accanto a quelle di cui invece no. Semplice no?
3. Filtri per luoghi, cose e tipi e funzioni di ricerca
Le funzioni di ricerca di Google, si sa, sono sempre efficientissime e sorprendenti. L’app Google Foto non è da meno. Una delle novità più interessanti di questo aggiornamento è che con un tap sul pulsante blu di ricerca (in basso a destra dello schermo) hai accesso a una serie di filtri automatici che ti permettono di vedere subito le tue foto in base ai luoghi dove sei stata e alle cose più ricorrenti.
Potrai così accedere in un attimo a tutte le immagini dell’ultima gita a Cadaques o a tutti gli scatti fatti in automobile o ad automobili. E sono solo alcuni esempi: Google riconosce i luoghi in maniera infallibile grazie alla localizzazione GPS (se ce l’hai attiva) e le cose in base all’inquadratura, ai colori e alla posizione. Con le cose può ancora migliorare: ogni tanto fa qualche errore e classifica scarpe tra le torri e o borse tra i cibi, ma si tratta di eccezioni e comunque con il tempo l’app tende a imparare dai suoi errori (diversamente da molti esseri umani)…
Nella sezione Tipi hai accesso immediato a tutti i video, a tutte le creazioni (album, filmati, storie, collage) e a tutte le foto su Google Drive (se hai attivato l’opzione in Impostazioni). Quello di cui forse potresti sentire la mancanza è un sistema di filtri automatici per i volti. In realtà, la funzione esiste e sembra anche che sia efficace in maniera inquietante, ma è disponibile solo negli USA.
Ma non ci limitiamo solo ai filtri. Il campo Ricerca è impressionante: puoi scrivere qualsiasi cosa (meglio se in inglese), e con buone probabilità Google ti fa trovare la foto a cui stai pensando. Ecco cosa succede per esempio cercando “neve, conferenza, occhiali da sole, gruppi“:
4. Comode modalità di visualizzazione e condivisione
Quando hai una collezione di immagini molto vasta, la navigazione e la ricerca di un particolare scatto solitamente diventano molto complicate: potresti passare ore a fare scrolling e non trovare quello che cerchi.
Google Foto offre delle modalità di visualizzazione azzeccate e il passaggio dall’una all’altra è fluido in maniera commovente: puoi farlo dal pulsante con i puntini sospensivi oppure con una gesture diventata ormai molto comune, pizzicando lo schermo con le dita.
Nell’immagine qui sotto puoi vedere tutte le modalità di visualizzazione, ma la mia preferita è la Visualizzazione mensile che mi permette di avere un colpo d’occhio sulle foto scattate mese per mese.
Anche nelle opzioni di condivisione, Google Foto ti rende la vita più semplice. Puoi selezionare più immagini consecutive tenendo premuto il dito su un’immagine e trascinandolo verso il basso o verso l’alto come se stessi sezionando un testo per copiarlo. E per inviarle basta cliccare sul simbolo di condivisione e scegliere Ottieni link o una qualsiasi delle tante opzioni proposte, come WhatsApp, Facebook Messenger, Twitter eccetera. La persona a cui invii le foto non avrà bisogno di scaricare Google Foto a sua volta: potrà scaricare le immagini in un clic.
Per selezionare tutte le immagini scattate in una giornata in un colpo solo e inviarne molte in una volta, l’opzione migliore era Carousel di Dropbox che comunque non è più supportato.
5. Crea automaticamente video, collage e album fotografici
Fino a qualche tempo fa le funzioni di composizione automatica erano l’unica ragione per cui aprivo Google+ di tanto in tanto. Mi piaceva l’idea che senza il minimo sforzo da parte mia, le mie foto e i video si “autorganizzassero” in splendidi filmati con tanto di musica, divertenti gif animate, foto panoramiche e album con titoli e animazioni (le cosiddette Storie).
Adoro specialmente i video automatici e le raccolte, che si possono apprezzare solo vedendo qualche esempio concreto, comunque se vuoi avere un’idea di quello che Google può fare componendo più foto in una in maniera totalmente autonoma, ecco una piccola selezione delle mie foto (le creazioni automatiche ti vengono proposte nella sezione Assistente e puoi decidere se salvarle o no).
Foto panoramiche:
Time lapse:
Collage:
Google Foto ha fatto tutto da solo: io mi sono ritrovata queste composizioni già pronte e sono stata avvisata con una notifica dopo una giornata di scatti.
Le funzioni di Composizione Automatica (in inglese Auto Awesome) sono passate da Google+ all’app Google Foto: le trovi alla voce Album (prima Raccolte).
Ovviamente, puoi anche creare manualmente questo tipo di composizioni con le immagini e i video, basta cliccare sui tre puntini sospensivi in alto a destra e in Crea scegliere se vuoi fare un album, un filmato, un’animazione o un collage.
6. Migliora le foto rapidamente con le opzioni di editing fotografico
Anche le funzioni di fotoritocco sono passate in blocco da Google+ a Google Foto: basta aprire una qualsiasi foto e fare tap sul simbolo della matita per accedere al menu con gli strumenti per modificare le foto.
Il pulsante Auto è il mio preferito: basta un tap e la tua foto viene migliorata all’istante proprio lì dove ce n’è bisogno (esposizione, saturazione, luminosità, e via dicendo). Se preferisci fare da te puoi intervenire su vari parametri: Luce, Colore, Pop (struttura), Vignetta.
Puoi anche applicare dei filtri già pronti in stile Instagram o ritagliare e ruotare l’immagine. Dobbiamo però ammettere che Instagram e altri programmi come Snapseed o VscoCAM sono ancora i migliori nel ritocco foto.
7. Funzioni di condivisione intelligente
Google Foto include gli Album condivisi, una maniera veloce per inviare le foto a uno o più amici e permettere loro di contribuire all’album con le loro foto. Per creare un album condiviso basta:
- cliccare sui tre puntini sospensivi in alto a destra,
- scegliere le foto da condividere e tappare su Avanti,
- inserire un titolo all’album e tappare su Condividi,
- scegliere il contatto email, Whatsapp o Facebook a cui inviare l’album oppure ottenere un link condivisibile con chiunque.
La persona che riceverà il link potrà vedere e scaricare le foto anche se non ha Google Foto. Se invece ha Google Foto potrà contribuire all’album, che è collaborativo di default a meno che non vai su Opzioni di condivisione e non disabiliti l’opzione Collabora.
Molto presto Google Foto aggiungerà nuove funzioni di condivisione ancora più intelligenti, presentate al Google I/O 2017. Google Foto diventerà infatti capace di riconoscere le persone nelle foto e di suggerirti proattivamente di condividere le foto con loro. Se quindi hai una foto del tuo migliore amico Luca, sarà lo stesso Google Foto a chiederti “Vuoi condividere le foto con Luca?” e a permetterti di farlo con un semplice tap. In realtà il riconoscimento facciale era già disponibile negli Stati Uniti, ma non in Europa. A questo punto, se Google vuole rendere disponibile questa funzione di “Suggested Sharing” anche in Europa dovremmo ottenere anche il riconoscimento dei volti. Staremo a vedere.
Inoltre faranno la loro comparsa le Shared Libraries: potrai decidere di condividere non solo un album, ma un’intera libreria di foto con le persone a te più care, ad esempio tuo marito o i tuoi fratelli e sorelle.
Infine, al Google I/O 2017 sono state presentati anche i Google Photo Books: potrai creare un album cartaceo scegliendo tu stessa le foto o sfruttando le funzioni di selezione automatica che scelgono solo le foto migliori, rimuovendo i duplicati e le foto mosse. Dopodiché basterà scegliere una copertina e selezionare un indirizzo fisico al quale farlo spedire e Google si incaricherà di stamparlo, confezionarlo e consegnarlo. Un’idea carina per fare un regalo speciale a qualcuno, ma poi non così tanto originale visto che una funzione simile è disponibile anche nell’ecosistema Apple.
Google Foto ha praticamente tutto quello che serve per organizzare e gestire le foto. Con le ultime funzioni di condivisione acquisite si potrebbe candidare di diritto come miglior app fotografica dell’anno. Avrebbe solo due piccole cose da migliorare: la possibilità (per ora assente) di visualizzare e modificare le foto offline quando non c’è connessione e le opzioni di fotoritocco.
L’app è installata di default sui cellulari Android (la riconosci dall’icona a forma di girandola colorata), quindi dovrebbe aggiornarsi automaticamente. Se così non fosse puoi scaricarla da Google Play (o da App Store, esiste anche per iPhone). Pesa oltre 200 MB, quindi la memoria sul tuo smartphone potrebbe essere insufficiente: in questo caso puoi leggere come liberare spazio su Android.
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta il 29 maggio 2015 e aggiornato il 18 maggio 2017.