Educare ragazze digitali: intervista a Roberta Cocco di Nuvola Rosa

Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita“.

Questa splendida frase del prof. Keating nel film L’attimo fuggente potrebbe aver contribuito a rovinare un’intera generazione. Perché lì dentro è nascosta la trappola che ci ha portate dove siamo adesso, noi, donne disoccupate, con una laurea umanistica appesa alla parete ma tanta passione da raccontare.

Ci sono cascata anch’io. Tanto è vero che mi sono laureata in Lettere, con una tesi in storia, e per qualche anno ho sognato di diventare come quel professore, capace di smuovere gli animi con una frase e di cambiare le persone con lo sguardo. Ma poi la vita, l’ambizione, la voglia di crearti una famiglia tua, ti pongono davanti a decisioni che sono molto diverse da quelle poesie che ti hanno emozionato da giovane, e lì capisci che con quella laurea umanistica e basta, ben poco puoi farci, perché sul mercato il lavoro c’è, ma non richiede così tanto prof. Keating: richiede gente con una laurea scientifica sotto braccio. Conoscere l’inglese e saper usare il computer, oggi non basta: c’è bisogno di professionisti che sappiano programmare un algoritmo, sviluppare un’app e creare un business plan.

Secondo un recente studio dell’ITU, attualmente soltanto il 3% delle ragazze europee si laurea in informatica, contro il 10% dei ragazzi. L’abbandono delle facoltà tecnico-scientifiche da parte del sesso femminile è una realtà drammatica non solo in Italia, ma in tutto il mondo (Women in STEM fields) e si tratta di un problema non da poco, specialmente se consideriamo contraddizioni come l’entità della disoccupazione giovanile nel nostro Paese (che ha superato il 44%) e che ogni anno centinaia di migliaia di posti di lavoro restano vacanti per mancanza di candidati con le competenze informatiche necessarie: nel 2020 saranno addirittura 2 milioni i posti che resteranno vuoti.

Per avvicinare le ragazze al mondo della formazione tecnico-scientifica, il 19 Maggio a Milano parte la terza edizione di Nuvola Rosa, un’iniziativa di Microsoft in collaborazione con varie istituzioni italiane e internazionali. Ho intervistato Roberta Cocco, ideatrice dell’evento, nonché Direttore Sviluppo Piani Nazionali di Microsoft Western Europe, una delle poche donne manager europee in ambito ICT. Oltre che di Nuvola Rosa, abbiamo parlato di donne e tecnologia, di app e, ovviamente, di esempi concreti per semplificarsi la vita con la tecnologia.

Roberta ha 48 anni, vive a Milano e oltre a essere un’impegnatissima manager di un’impresa internazionale come Microsoft, è moglie e mamma di tre figli. Eppure lei stessa dice di non essere mai stata una tecnologa: ha una laurea umanistica alle spalle, con una tesi in latino addirittura, e della tecnologia si è innamorata poco a poco, grazie a una serie di quegli eventi apparentemente fortuiti che capitano nella vita e che ti fanno iniziare a credere in un progetto, fino a identificare il tuo stesso destino con esso. La sua missione è far capire alle donne che si può imparare a vivere la vita facendosi aiutare dall’innovazione tecnologica. Nuvola Rosa è un’iniziativa che rientra perfettamente in questa missione…

Cos’è Nuvola Rosa, l’evento per avvicinare le ragazze alle facoltà tecnico-scientifiche

Sebina: Ciao Roberta! Parlaci un po’ delle novità di Nuvola Rosa 2015? A chi è rivolto e perché?

Roberta: Intanto, chiamatela Pink Cloud: Nuvola Rosa da quest’anno sarà veramente internazionale, grazie al contributo di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e l’Unesco. L’evento è organizzato da Microsoft, da sempre attento alle necessità delle giovani generazioni, per avvicinare le ragazze alle competenze tecnologiche richieste dal mondo del lavoro. In particolare, è dedicato alle giovani donne dai 18 ai 24 anni che si trovano in due situazioni:

  1. sono uscite dalle scuole superiori e si trovano nella fase di scelta dell’università (in questo caso cerchiamo di orientarle verso facoltà tecnico-scientifiche),
  2. sono già all’università e si stanno avvicinando al mondo del lavoro (a loro possiamo spiegare come complementare la formazione già ricevuta con delle competenze tecnico-scientifiche).

Nuvola Rosa si terrà a Milano, tra il 19 e il 21 maggio, e oltre a momenti di confronto, dibattiti, role model e testimonianze, prevede la realizzazione di ben 150 corsi di formazione, volti a dare ispirazione e un’infarinatura tecnologica alle partecipanti, che arriveranno da tutta Italia. Per chi sta per laurearsi, sono previsti anche dei momenti di incontro con le aziende partner, in vista di un inserimento sul mercato grazie a stage, scambi internazionali e altre opportunità di formazione. Quest’anno Nuvola Rosa si prolungherà nei mesi seguenti, nell’ambito dell’EXPO, grazie al contributo dei partner di Microsoft. Per esempio, a giugno ASUS ha organizzato un evento per parlare di gaming al femminile: purtroppo come vi sarete rese conto attualmente la maggior parte dei videogiochi è pensata e realizzata da menti maschili.

S: Secondo te, perché le ragazze non entrano nelle facoltà tecnico-scientifiche?

R: Difficile dare una risposta, purtroppo. Di sicuro, il mondo della tecnologia non è mai stato molto attraente per le ragazze: ci appassioniamo ad altri percorsi, a grandi ideali e obiettivi, alla comunicazione magari, trascurando le grandi opportunità offerte dal settore ICT che invece è stato l’unico settore a crescere durante l’epoca critica degli ultimi 10 anni. A volte la passione ci porta lontano da quelle che sono le opportunità concrete del mondo del lavoro. Gli uomini invece questo l’hanno capito e si adattano meglio. L’assenza femminile nelle facoltà STEM (n.d.r: acronimo che sta per Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) è un problema mondiale, non solo italiano, per una volta…

S: Anche tu hai una formazione abbastanza lontana dai percorsi STEM e adesso sei alla guida di un importante dipartimento di Microsoft. C’è stato un momento della tua vita in cui hai dovuto fare una scelta che ti ha portato in una direzione più tecnologica?

R: Io vi sembrerò un tirannosauro: ho una laurea umanistica, di cui mi vanto moltissimo, e una tesi in latino. Ho incontrato Microsoft per caso grazie a un’amica che mi ha proposto di fare la hostess in una serie di eventi, poi mi sono laureata e grazie a Microsoft ho potuto completare la mia formazione con un master. Così sono entrata in azienda nell’organizzazione eventi e poi nell’area marketing. Diciamo che la mia carriera è stata lenta, ma in continua ascesa. Mi sono innamorata di questo settore e della mia azienda e ho avuto l’opportunità di portare avanti progetti che mi appassionavano, in particolare i temi femminili e quello della tecnologia a supporto delle donne.

Lo dico senza vergogna: io mi sono potuta permettere di avere tre figli grazie alla tecnologia. Oggi per esempio sto chiacchierando con te a Barcellona dal mio terrazzo a Milano, sto lavorando da casa perché alle 4 devo andare a scuola a prendere i miei figli che hanno un evento importante e io voglio esserci. La mia scrivania è il mio tablet e non mi serve nient’altro. La tecnologia può veramente aiutare le donne che lavorano e vivono tutta la giornata in bilico tra la sfera personale e quella professionale. Questo vale anche per gli uomini, ovviamente. Ma in Italia, vuoi per come è strutturata la nostra società vuoi per le difficoltà nell’avere servizi e supporto, è ancora la donna che si sobbarca la gestione della casa, la cura dei figli e degli anziani. Certo, le cose stanno migliorando: se penso a mio padre, non me lo ricordo aiutare molto in casa, mentre adesso mio marito collabora tantissimo nella gestione della famiglia numerosa che abbiamo voluto insieme.

App e gadget di Roberta, manager Microsoft e mamma di 3 figli

S: Cos’è per te la tecnologia nella vita di ogni giorno?

R: Mi permette di sopravvivere! (ride). Io non ho rinunciato a niente, seppur con grande fatica e grande tenacia. Non sono una che rinuncia. Ho voluto una famiglia, finché c’erano i miei genitori gli sono sempre stata vicina, voglio bene ai miei amici e quindi voglio frequentarli, voglio stare con i miei figli, ma voglio anche una posizione tutta mia nel mondo del lavoro… Non voglio scegliere. E la tecnologia mi permette di farlo.

S: C’è un’applicazione di cui non potresti fare a meno?

R: Adesso ti metterai a ridere tu… Nei telefoni Lumia c’è Cortana, una specie di assistente virtuale (ndr: l’alternativa a Siri su Windows Phone) che usa i dati come i contatti e il calendario per ricordarti quello che devi fare. Ovviamente sei tu a confermare che dati può usare. Io ho un calendario intricatissimo, condiviso con mio marito, dove annoto le riunioni e gli appuntamenti personali e Cortana mi salva la vita tutti i giorni: mi ricorda i viaggi, mi dice quando i voli sono in ritardo, che devo fare la spesa, cosa devo comprare. Come dicono i nerd è la mia killer application. All’inizio mi inquietava un po’, io ho 48 anni e non sono nata con la tecnologia, ci sono cresciuta. Ma mi sono abituata presto e ora Cortana mi aiuta a gestire la mia giornata ricordandomi tutte le cose che di solito mi dimenticavo.

Cortana: l'assistente personale di Windows Phone

Cortana: l’assistente personale di Windows Phone

Ti dico anche un paio di app “da femmina”. Io faccio la spesa online, non perché non abbia tempo, ma perché odio girare con il carrello al supermercato! Quindi il sito Esselunga a casa mi libera veramente da un sacco di fastidi, anche perché è intelligente e se lo usi un po’ poi ti ricorda cosa compri più spesso facendoti risparmiare un sacco di tempo.

Terza app: Here, l’app di mappe installata sul mio Lumia (ndr: esiste anche per iPhone e Android). Io mi perdo dovunque. Posso andare in un posto cento volte e mi perdo lo stesso. Ho il senso d’orientamento di una vongola! E quindi mi piacciono tutte le app che ti permettono di girare.

Te ne cito una quarta. Io ero una grande viaggiatrice per passione, ora lo sono per professione. Ho sempre girato il mondo con la mia Lonely Planet, adesso ho la versione eBook. Ogni volta che ho un viaggio, anche di lavoro, quando ho una mezz’ora disponibile vado a vedere un museo, quindi porto Lonely Planet sempre con me sullo smartphone.

S: A proposito di libri, eBook o libro di carta?

R: Tutti e due! Io leggo molto, anche se con fatica perché ho poco tempo. Ho sempre un libro sul comodino. L’ultimo libro che ho letto l’ho finito in un giorno e mezzo perché mi è piaciuto tantissimo: è Il ragazzo in soffitta, di Pupi Avati. Spero che ne facciano un film. Preferisco gli eBook quando viaggio: se devo prendere un volo transoceanico, invece di mettere 3 pesanti libri in valigia, mi rifornisco di eBook. Ma il libro di carta è una mia coccola. Non ci rinuncio.

S: Se dovessi consigliare un libro illuminante, magari alle ragazze in fase di scelta?

R: Non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, ma cosa puoi fare tu per il tuo paese, di John F. Kennedy: è una raccolta di discorsi, ma soprattutto è un inno al fare e al non chiudersi su se stessi, ad avere una prospettiva positiva per tutto.

S: Domanda scema… iPhone, Android o Windows Phone?

R: Windows Phone, ovviamente. Il mio smartphone è un Lumia di ultima generazione che uso moltissimo per lavorare: grazie a Office porto sempre con me tutti i miei documenti di lavoro e personali. Però, ne faccio un uso un po’ da “vecchia”, come dicono i miei figli. Per esempio, io non uso WhatsApp, preferisco gli SMS. Lo so, è un mio problema…

S: Usi più il computer, lo smartphone o il tablet?

R: Uso il tablet Microsoft: il Surface.

S. Un’app o un software indispensabile per il tuo lavoro?

R: Microsoft Office, senz’altro. Io vivo di presentazioni PowerPoint e di fogli Excel!

S: Consigliaci un’app per le mamme…

R: I miei figli adesso sono grandicelli, ma quando erano più piccoli trovavo utilissimi i siti dei comuni cittadini, che consigliano cosa fare nel weekend con i bambini.

S: Parliamo di social network: raccontaci come li usi.

R: Uso Facebook per la sfera personale: racconto quello che mi capita, metto le foto delle vacanze…Twitter invece lo uso solo per la vita professionale: scrivo le mie opinioni, ritwitto le cose che mi piacciono. LinkedIN? Lo uso poco: ci sono, ma non so nemmeno se il mio profilo è aggiornato. Non uso Instagram, anche perché faccio delle foto terribili!

S: Una donna italiana da seguire su Twitter?

R: Ce ne sono tante… ma ti dico la prima che mi viene in mente: Domitilla Ferrari. Giornalista, blogger, mamma… Mi piace come twitta, ha sempre delle posizioni forti e argute. Non sono sempre d’accordo con lei, ma è una ragazza giovane e in gamba.

S: Qual è il più grosso problema che sei riuscita a risolvere con la tecnologia?

R: Riuscire ad andare alle lezioni di nuoto di mia figlia! Ci teneva tanto, piangeva, non voleva andarci. Da quando ho deciso di andare con il mio tablet Surface e di lavorare seduta sugli spalti, abbiamo svoltato! Lei mi vede seduta lì e sta tranquilla e io intanto, oltre a guardarla nuotare, posso anche lavorare!

S: E il problema che non hai ancora risolto?

R: Allungare la mia giornata, a 48 ore? (ride)

S: La tecnologia nella società italiana attuale: come la vedi?

R: L’Italia è troppo indietro: per fare un documento bisogna andare in Comune, la firma digitale non è ancora realmente valida… Le altre nazioni, anche europee, sono molto più avanti di noi. Comunque, credo che vedremo un’accelerazione nei prossimi 5 anni che non ci immaginiamo nemmeno. Non abbiamo ancora visto tutto in campo tecnologico.

S: E come speri di vedere il tuo Paese di qua a 10 anni?

R: Non ho idea di quello che potrà succedere tra 5 anni, immaginiamoci tra 10! Comunque spero che l’Italia si metta al passo con gli altri paesi, che usi la creatività e l’innovazione per cui è riconosciuta e apprezzata per rimettersi in pari in campo tecnologico. E io credo che abbiamo abbastanza grinta per farcela.

S: Magari… Grazie Roberta, in bocca al lupo per Nuvola Rosa e tutti i tuoi progetti!

Ragazze, se volete partecipare a Nuvola Rosa, siete ancora in tempo, ma fate in fretta: iscrivetevi sul sito ufficiale!